48 ore in Romagna, come si fa a far tutto?


Il weekend scorso è stato meraviglioso, pieno. Uno di quei weekend in cui -e succede sempre più spesso quando ho amici in visita- apprezzo davvero il vivere qui, e non vorrei abitare altrove. Chi l'avrebbe mai detto, tre anni fa? L'occasione è stata la visita di Mariachiara, e con Francesca ci eravamo ripromesse di farle scoprire il meglio della Romagna, pur conoscendola lei già molto bene.
Effettivamente poi, ci siamo ritrovate a improvvisarla, compiendo anche io una piccola pecca su un posto che è bellissimo, ma in cui abbiamo mangiato male.

Questo post nasce da una riflessione che facevo questi giorni in merito ad un'iniziativa legata ad influencer e promozione della Riviera che mi sta lasciando un po' perplessa.. la seguo e confesso di aver pensato quando è uscito il bando "Che figata pazzesca", la guardo ora (anche se siamo all'inizio e aspetto a pronunciarmi e mi dico "ma è veramente questa la Romagna che stiamo proponendo come turismo?". Gli influencer in questione (tutti sotto ai trent'anni) si svegliano alle 12, postano foto da ristoranti veramente dozzinali nel maggiore dei casi, postano stories su Instagram la sera tardi tenendo il cellulare al contrario #benemanonbenissimo 😀 Un turismo insomma, sotto il livello minimo di chi arriva a Rimini, parcheggia e spera di non dover più spostare la macchina fino alla data di partenza, ignorando la bellezza dell'entroterra e di tanti paesini o locali che sono a mio avviso, la parte vera della Romagna, quella più vera. E poi ho pensato a cosa abbiamo fatto noi, fregandocene delle distanze, del freddo del caldo, del traffico della Domenica e di tutto quanto. I suggerimenti sarebbero milioni, impossibile esaurire anche solo minimamente in tre giorni tutto quello che ci sarebbe da fare, questo è solamente il post con alcuni Tips su "cosa abbiamo fatto". 

Il mio pomeriggio con Maricler comincia da Panenostro Lab, dove già si trovava ed era stata a prendere un caffè, sorpresa perché insieme al caffè le avessero portato anche le ciliegie. Ah, i romagnoli come sono ospitali. Non potevamo non fare una tappa al Bar Lento, una delle realtà più belle che abbiano aperto lo scorso inverno (o forse addirittura quello prima). Un Chai Latte per me e un Caffè Americano estratto a freddo per Mariachiara, accompagnati da mille chiacchiere lavorative e di vita (perché per chi non lo sapesse, lei è la mia guru per tutto quello che riguarda l'ambito lavorativo, le riflessioni, la comunanza di pensiero in un sacco di tematiche).

E insomma, sapevo che me le sarei ricordate per molto tempo le sue parole, e meritavano una cornice speciale. Prima di andare a Rimini una breve tappa Dalla Jole, non abbiamo preso nulla ma non potevo non mostrarle uno dei posti più romantici di Rimini (fino a che non si riempie di fighetti almeno). 😉


Prima tappa reale: Marè, Cesenatico. Mariachiara era stata molto diretta: "fate di me quello che volete, ma portatemi al Marè"... e il primo pranzo del Sabato (successivo al giretto per Cesenatico la sera prima, è stato proprio lì). Una festa, con tante amiche che erano venute per salutarla, e l'atmosfera che cercavamo, pur essendo Sabato a pranzo e le spiagge un po' full.  


Abbiamo mangiato passatelli asciutti con zucchine e gamberi, bevuto cocktail fantastici, e convenuto che il Marè è sempre una tappa fondamentale quando si vuole stupire con semplicità i propri ospiti. Perché? Perché basta il tramonto vista capanno, il servizio sempre gentile, e una cucina di alto livello pur essendo sul mare... perfetto per mettere subito a proprio agio gli amici da fuori e farli sentire a casa. 

Altri due consigli se vi trovate a Cesenatico: una visita alla Libreria Pagina27, dove Ronnie -la titolare- vi accompagnerà in un mondo meraviglioso, vi saprà consigliare i libri più adatti alla vostra anima. E un altro, il "Giardino dei Sapori Perduti", che sforna i biscotti più buoni della Romagna. All'arancia, alla rosa, al cacao e sale di Cervia. 

Altro giro altra corsa, siamo state nel pomeriggio a vedere le Saline di Cervia, ad ammirare il riflesso degli specchi e del sale nell'acqua verso l'ora del tramonto, quando tutto intorno diventa rosa. 


Mentre aspettavamo Arianna siamo invece state a Cervia... il Canalino e il susseguirsi di locali lungo la passeggiata mi danno sempre quel senso di vacanza che cerco quando voglio staccare un attimo e tornare a casa allegra. Sui locali c'è l'imbarazzo della scelta, c'è il Buteco che è brasiliano, il Catalina Sushi Bar che è un ristorantino fusion e i suoi pestati, la Pousada Beijaflor a inizio canale.
Noi abbiamo optato per il Portò, un gin tonic e una Caipirinha al Maracuja. Non è un gran che quello che propongono come accompagnamento all'aperitivo, ma la location fa il resto.



Ed arriviamo alla serata... Ammetto, non ci andavo da tanto tempo alla Casina Pontormo. Era più la voglia di far scoprire a Mariachiara e ad Arianna che non ci era mai stata, uno dei miei posti preferiti nel mondo: Bertinoro. Ci siamo decise all'ultimo, è vero. Abbiamo prenotato all'ultimo, e siamo comunque riuscite a trovare un posticino di fuori, in quella meraviglia di casa di campagna che assomiglia più ad un Cottage inglese. Tutta una lucina, un lampadario di cristallo sospeso ad un albero ed un'atmosfera stupenda. Ma il cibo no, e quando dico no io è proprio no. Di sei portate non se ne salvava una, eppure il locale è pieno sempre. L'unica riflessione che mi lascia sempre perplessa quando scopro un posto bellissimo ma in cui si mangia malissimo è: ma è così difficile cucinare bene? E niente, non mi dilungo. Ho toppato, ma almeno abbiamo visto Bertinoro.


Fine serata con pochi fronzoli, eravamo cotte sfinite e siamo andate a nanna.

La mattina dopo giocavo in casa, la partenza era fissata per le 15 e abbiamo deciso di fare un giretto a Santarcangelo. Uno dei posti più suggestivi ma assolutamente fuori dall'itinerario turistico di qualunque persona venga in Romagna, è Mutonia, il Campo della Mutoid Waste Company.


Negli anni 90', il gruppo di artisti inglesi (celebri per le sculture gigantesche e saldate create solo con materiali di recupero) si stabilì a Santarcangelo in una cava lungo il fiume Marecchia. Quando ero piccola, ricordo benissimo il loro camion, interamente strutturato come un grande mostro sul fronte, mi faceva una gran paura quando lo incontravo per le strade 😃 Dagli anni 90' i Mutoid si sono affermati e fatti conoscere nel mondoe continuano anche oggi a svolgere performance, a disseminare la Romagna con le loro creazioni. La più celebre è Shona, ed  la Chef e anima del Calycanto, c'è poi Andy, che suona nei Rock'n'Roll Kamikaze e porta in giro per il mondo il nome di Santarcangelo...




Perché una visita a Mutonia? Perché è un esperimento sociale e artistico, questo accampamento punk anglo-romagnolo. Perché non ti senti davvero a Santarcangelo ma in un film che potrebbe essere girato in tante stanze diverse, tante quante sono i camper e gli accampamenti di chi ci abita, e lascia aperte le proprie porte ai visitatori, sorvegliati a vista da robot meccanici, animali e fenicotteri di acciaio, funivie abbandonate e macchine dove manichini vengono sorpresi a fare l'amore sui sedili posteriori. I Mutoid sono artigiani postindustriali, per loro la discarica è come il campo del contadino che è pronto a ricavare dalla terra i migliori frutti: riutilizzano ciò che le persone normali getterebbero e sono riusciti a ricavare dai resti della società dei consumi (la nostra), il loro non-paesaggio. Sono dei rigattieri contemporanei, capaci di creare arte.



Dopo Mutonia un caffè veloce al Bar Commercio e un giretto per Santarcangelo nel paese vecchio.
Eravamo indecise molto sul pranzo, visto che avremmo optato come ultima tappa per un classicone. Tornando giù dalle scalinate diciamo che la finestrella aperta sul retro della Sangiovesa ci ha chiamate per nome, con tutti gli affettati in bella vista. Ecco quindi che in cinque minuti eravamo sedute, un tagliere per tre e le Tagliatelle della Minghina in tavola, come si suol dire, la degna conclusione di tre giorni in cui ci abbiamo provato a creare un collage quanto più possibile variegato. Dalla Sangiovesa che è super tradizionale, al Bar Lento che è contemporaneo, a PaneNostro che è un nuovo format di ristorazione dentro all'hotel... e voi? Che itinerari avreste scelto?
Quale è la Romagna che più vi rappresenta?

Commenti

Ivana Monaco ha detto…
Questo nuovo look spacca.
Lo so, te l'ho già detto ma che ci vuoi fare, sono un'incontinente emotiva...

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