Le Giare a Montiano e la cucina di Gianluca Gorini, la cucina che fa boom


Della cucina di Gianluca Gorini ognuno ha la sua idea ben chiara e definita. 
Era tanto che volevo provare Le Giare a Montiano, tantissimo… e così il 14 Agosto -peraltro il giorno del mio compleanno- ho deciso che era giunto il momento, ora anche io ho la mia.

Premetto che questo non è un blog per palati sopraffini nouvelle cuisine o critici enogastronomici super esperti -è più il blog dei gastronerd- e non ho nemmeno intenzione di risparmiarvi delle mie sbrodolate di affetto e amore vario solo perché si tratta di un super ristorante con un super chef :) Lettore avvisato, mezzo salvato. 


Comincio con il dire che, pur abitando a 15 km di distanza, io a Montenovo di Montiano non ci sarei mai finita nemmeno per sbaglio se non fosse stato per Le Giare, e avrei fatto un grave errore. Montiano è carinissima, una cittadella in pieno stile romagnolo veramente adorabile, e la posizione in cui si trova il Ristorante Le Giare, qualcosa di superbo. 
Una splendida vista panoramica sulle rilassanti colline di Romagna là dove tramonta il sole e tutto diventa di una luce rarefatta e dorata.

Il ristorante è realizzato a vetrate e uno specchio d’acqua all’esterno  fa da cornice all’estremo che ci separa dalla valle, con la quale gioca senza soluzione di continuità, con eleganza e raffinatezza.  Purtroppo non siamo riusciti a cenare di fuori come avevo sognato da tempo, ma il locale all’interno è ugualmente meraviglioso, con quelle lampade sul tavolo di vetro increspato lì a ricordarti che sì, hai compiuto 28 anni, sì non è la fine del mondo, sì, invecchierai anche tu come tutti e dovrai passare sopra a molte cose se vuoi arrivare alla felicità vera ma queste considerazioni sono saggezza che potrete provare contemplando i vasi solo al quinto bicchiere del Menù.


Quando ho chiesto ad Andre cosa ne pensasse della cucina e dei piatti squisiti e armonicamente perfetti e imperfetti che avevamo appena finito di mangiare mi ha risposto che "è come un boom”, e quale espressione più semplice e perfetta di quella che viene senza pensarci e spontanea.


Un’esplosione di un sapore forte, molto forte e predominante attorno al quale ruotano tutti gli altri elementi del piatto, combinati con sapienza e maestria. 
Un menù complesso che evidenzia l’altissima qualità dei prodotti e un’amarezza ricorrente in tutti i piatti che crea poesia. Niente è lasciato al caso, dalle spezie alle erbe aromatiche, ogni singolo elemento cambia la storia del piatto. 
Ogni piatto, come ha scritto qualcuno, è un appuntamento con una piccola storia.


Del menù Degustazione di 7 portate che abbiamo scelto dal nome “Estrapola” ho adorato il Risotto allo Squacquerone e ricci di mare con curcuma e finocchio di mare, nota amara prevalente e il profumo del mare prepotente e travolgente, il piatto migliore restano i Ravioli di melanzana affumicata con caprino ed emulsione all’erba cipollina, e il Piccione, il petto di piccione migliore della mia vita. Ad Andre sono invece piaciute molto le Mazzancolle con cubetti di anguria, gelatina di Bitter e rucoletta selvatica, riprova che anche nei toni aspri, ognuno ha il suo gusto personale. Nota di merito per il patron del Ristorante, il Signor Amadori che per tutta la cena ci ha “accompagnati”, consigliandoci sugli abbinamenti con i vini, e riprendendomi quando non stavo degustando qualcosa correttamente.


Buonissimi anche il pane, che ti portano caldo con a parte l’olio di Brisighella come entrèe e l’entrèe di piccoli finger food che subito danno un’idea di come sarà la cena: io personalmente ho adorato la rapa rossa cruda con la colatura di alici del Cantàbrico.
La cena si conclude con una Granita di mela verde, spuma di menta e polvere di liquirizia celestiale, e un assortimento di Petit Fours che, come diceva Andrea sono un “boom” e concludono meravilgliosamente la cena. Per lo più liquidi, un piccolo cocomero, un cioccolatino alla crema di Whiskey, Mela disidratata con crema alla cannella etc. Inaspettati, liquidi, interi, pieni come le storie che cominciano difficili e sono le più belle… ogni tanto fanno BOOM anche loro.


p.s. La prima volta che siamo stati a cena insieme la ricordo come fosse ieri per la paura che non avessimo niente da dirci prima di arrivare e per il “oh no devi già andare via”, le troppe parole durante e quell’ “È incredibile, è davvero incredibile” prima di chiudere la portiera. Volevo scrivere di Abocar da un sacco di tempo ma il giorno dopo non ricordavo nulla né di quello che avevo mangiato, né dei nomi di piatti. Una cosa solo avevo capito: che qualunque cosa sarebbe venuta dopo, io finalmente avevo trovato qualcuno uguale a me, senza pretese ma con alte aspettative, assente e presente, un’anima gemella a prescindere, chissà poi se è vero che nella vita ce n’è solo una o ce ne sono di più. Sei tu il regalo più bello di quest’anno, e ci siamo meritati un’altra cena di cui non ricorderò nulla, in fondo è bello così con te 

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