Un viaggio negli anni del Proibizionismo al Belludi 42 di Riccione




Dove fosse finito Charles Flamminio con i suoi cocktail stratosferici e la sua aurea di magia nomade di spezie ed essenze orientali, me lo avete chiesto in tanti.

Perché dopo averlo scoperto l’estate scorsa qui, e dopo averlo stalkerato per bene, è nata un’amicizia che non ci saremmo aspettati e che ci ha portato ad incontrarci molto quest’inverno, dalla prima data al Club de Pirottines a Bologna, alle varie serate al Fram Cafè etc etc.








 Alcuni dettagli al Belludi, dalle (nascoste) teiere russe in samovar in cui si prepara il the, alle bottiglie bottigliette e ampolle che racchiudono essenze naturali, agli incensi di pasta egiziana che Charles si fa portare dal mondo


Dopo un inverno on the road per tutta l'Italia fra serate semprepiene, tanto studio, corsi e bighellonaggio costruttivo come solo chi come noi ha fatto del suo cazzeggio un lavoro, ora Charles è in pianta stabile a Riccione, al Belludi 42, con un cappello del mago sotto al quale si nascondono tantissime sorprese e racconti... sempre con il cuore (in questo caso intagliato nel limone ♥)

Partiamo subito con un presupposto: scordatevi di andare al Belludi e ordinare uno Spritz.

O un Moscow Mule con il cetriolo, che anche io ho fatto questa gaffe e Charles mi ha spiegato bene che non c’è traccia di cetriolo nella ricetta originale del cocktail più hipster di sempre.

Il Belludi 42 nasce e si rifà agli speakeasy del 1920-30 e al periodo conosciuto come proibizionismo, in cui la vendita, la produzione, e il trasporto di alcolici erano illegali in tutti gli Stati Uniti.

Questi esercizi commerciali chiamati appunto speakeasy, erano abusivi e nascosti in garage, stanze dismesse dietro ai portoni, nei sottoscala e in vecchie stanze di hotel sotterranee.

Cominciarono a diffondersi nei primi anni venti abusivamente e alcuni di questi appartenevano alla criminalità organizzata.






Appena arrivata ho trovato un cartello di non mio gradimento “Non fotografare il locale” #mawhatdafuck, ma mi è stato spiegato che anche questo fa parte della filosofia speakeasy, per cui il locale non si deve vedere, e in effetti nemmeno da fuori è tanto riconoscibile, dovrete proprio cercarlo.

Mi sono perciò accontentata di fotografare Charles al bancone e lascio a voi il piacere della scoperta.


La Drink List come dicevo non prevede Spritz ma classy cocktails come Moonshine e Old Fashioned, il primo cocktail ad essere stato denominato tale. Nato sempre durante il proibizionismo l’Old Fashioned vi verrà preparato con il fornelletto, il bitter sul fuoco con le spezie, “alla vecchia e originale maniera americana”.

Ai tempi, veniva aggiunta anche la soda per camuffare l’odore dell’alcol..

Io mi sono invece fidata di Charles, vista la giornata afosissima della scorsa settimana in cui ci sono andata, e ho optato per una bevanda a base di Chartreuse, liquore francese che dal 1600 viene prodotto in Francia da un gruppo di monaci certosini. Il cocktail in questione si chiama 127,  e -incredibile ma vero- è stato inventato proprio a Rimini dieci anni fa da Gianfranco Pola, ambassador italiano per Chartreuse.




Un’esperienza retrò quindi, quella al Belludi 42, che si configura come un tuffo negli anni 30’, non solo nelle atmosfere del locale ma soprattutto alla scoperta dell’arte della miscelazione autentica, che in quel periodo ebbe una spinta creativa unica.

E -non posso non dirlo senza un certo affetto- troverete anche un Charles molto cresciuto, molto preciso e attento nel dare informazioni, attento alla selezione delle materie prime e con un occhio verso il bio, un Charles preparato, che ha studiato e ha fatto sue tante tecniche, pronto a stupirvi e a incantarvi con racconti.


Belludi 42

Via Armando Diaz 20,

Riccione

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