Di Chibo e di Chizu.



Ok, fa pena il titolo.
Parliamone.

Avrei dovuto scrivere questo post oramai secoli fa, ma poi un articolo qua, un articolo la, tutto mi distoglie sempre e continuamente, da cosa poi? Chi è che potrebbe affermare che non ha una tensione verso tutto quanto? Io perlomeno no, le mie passioni e distrazioni sono infinite.
Però avevo promesso che avrei riparlato di cibo, anche se in questo caso è un contorno, perchè la mia portata principale del pranzo è Lei, La Divina, Chizu Kobayashi.





Chi non sa di cosa sto parlando si impicchi per favore, o lasci questa pagina e vada a seguire il blog di Beppe Grillo.
Chizu, come è stata definita da qualcuno è "le mani di fata che fanno volare il fil di ferro", e, aggiungerei, che lo elevano da strumento per fabbri o sa chi, a Arte, pura Arte.
Quando penso a Chizu penso che era il destino che mi dava calci nel culo affinchè arrivassi alle sue amorevoli braccia di mamma, sempre pronta ad accoglierti a casa sua, che poi... che dico casa.
Non è una casa quella, è un Tempio da cui dal soffitto e tutto intorno ti piovono in testa le sue sculture, i suoi pezzi unici, i suoi volti e oggetti parlanti realizzati in fil di ferro.
C'è solo da entrare in punta di piedi in quella casa benedetta, dove regnano un amore meraviglioso e dove Chizu vive con il suo compagno Paolo, la meravigliosa Yuma e Yuzu, un cagnolone coccoloso e adorabile.
Ah, ho scoperto recentemente in questo scioglilingua che sono poi Chizu, Yuma e Yuzu che Yuzu in realtà significa Bergamotto, in giapponese. E chi poteva farmi questa soffiata se non la Bebe ?
La Bebe è infatti un'amica comune, ma in realtà io e Chizu ne abbiamo tanti di amici comuni.
Bologna, come dice qualcuno, è infondo un paesone in cui tutti conoscono tutti.
E io ringrazio ogni giorno di essere entrata a far parte di questa Bologna bella, di avere nel cuore alcune persone meravigliose come Chizu, come Bebe.
Le opere di Chizu le potete vedere un po' ovunque a Bologna, se avete un occhio abbastanza attento... dal fornaio di fiducia che espone pane in fil di ferro, al Fram Cafè che espone qualcos'altro, a casa mia che diventerà presto un tempio a Lei dedicato, con tutto quello che desidero.





             
(Tutte le foto di questa pagina appartengono e sono state depredate a Chizu)

Io poi, che sono sempre altrove con la testa ma gli occhi li ho e ci vedo bene, pensa te, un giorno a Milano in un posto sperduto, le ho trovate pure li'.
E mi sorrideva il cuore per prima cosa perchè l'avevo trovata o ri-trovata anche li', nella città che forse più detesto, e poi perchè la titolare del negozio cercava di spiegarmi cosa fosse e chi fosse questa meravigliosa giapponesina bolognese che possedesse questa sacra arte.

E quindi niente, questo post è per te Chizu, per il bene che ti voglio, per il tuo the al riso soffiato e per quei tuoi meravigliosi occhioni a mandorla e quel sorrisino beffardo quando mi chiedi se voglio la torta, e tu sai che la voglio ma non posso perchè sono a dieta, e me lo richiedi. *bastarda
E sempre per te, che sei la tranquillità in persona, l'essere artista ma non porsi al di sopra degli altri, l'essere umile e semplice, e paziente, contro la mia irruenza e a volte poca pazienza, o il mio letterale urlare invece che parlare, non accorgendomi che sono le 4 di pomeriggio e Yuma se non è in giro un motivo c'è. Dorme.
Voi famiglia nippobolognese colorate le giornate a volte grigie di Bologna e non vi lascerò mai. E' una minaccia.


*per voi che me la state chiedendo in centomila (no, non quella cosa là -.-) la mail di Chizu, qualora voleste contattarla per informazioni varie ed eventuali, è chizkob@gmail.com





Da abbinare a Chizu, avrei potuto pensare meglio e tenermi questa ricetta orientale, ma l'ho già messa.
Quindi ripiego su questi tristissimi ma buonissimi Germogli di soia che sicuro come l'oro non hanno nemmeno nulla di giapponese. Perdonami Chizu.
Le proprietà dei germogli di soia, si sa, sono infinite.
 Soprattutto per le donne, soprattutto quelle antitumorali e anticancro.
Quindi al di la che vi piacciano o no, mangiatene in quantità spropositate.
E freschi, NON quell'abominio che propone la Bonduelle in quei barattoli di latta. Bleah.

*modifica dell'ultimo secondo, e grazie a quell'angelo diavolo tentatore della Monica Silva (Sì, La Divina, La Statuaria, Mio Nume e mio Mèntore spirituale in questo mondo balordo) che me l'ha ricordato, Chizu è anche una chef con i fiocchi e controfiocchi. Niente a che vedere con me e questi tristissimi germogli quàssotto che fanno una pena unica e sto pensando di togliere. Il suo blog di cucina è questo , ma solo per esperti e provetti nippofili e nippoamanti =( Per noi italiani ancora non c'è trippa per gatti. 





Questi poi sono semplicissimi, basta dargli una lavata sotto l'acqua fredda, una sbollentata di due minuti nell'acqua bollente, e aggiungere in padella un pò di olio, uno spicchio d'aglio, salsa di soia e erba cipollina.
A vostra discrezione anche gamberi, frittata. Tutto quello che vi pare e che nella vostra testa fa "cinese" o "giapponese".

Che tanto, noi, in Italia, ma che c**o ne sapiamo della cucina cinese e giapponese?

Commenti

Unknown ha detto…
Tendenzialmente sarei piegata in due per la lettura del post ammirando contemporaneamente queste meraviglie!
Non conoscevo Chizu, e non sapevo nemmeno come si dicesse bergamotto in giapponese (mi tornerà utile quando invederò il Giappone con i miei saponi all'olio d'oliva).
E' proprio come scrivi tu....infonde proprio tranquillità e quella nana che stringi in una foto è troppo bellina.
Grazie per averci fatto conoscere questa deliziosa famiglia e artista
Ricette&Vignette ha detto…
Chizu l'ho "conosciuta" grazie a te, seguendoti nei tuoi viaggi virtuali e non attraverso fb. Le ho anche chiesto l'amicizia poco tempo fa, e lei me l'ha data, forse vedendo che sono già amica tua e di Bebe.. che fiducia! :-)
Concordo, è bravissima e mi sono chiesta come farà a piegare quel fil di ferro con le sue mani magre e delicate e donandogli tanta bellezza. Pura arte che io non comprendo bene ma mi incanta!
Buoni i germogli di soia, li ho fatti in casa dopo la mia prima pirottinata l'anno scorso grazie a Pina del Centro Natura che ci spiegò parecchie cosucce a riguardo..
Son contenta che Bologna ti piaccia, che ne dici di restare? :-)
Antonia Storace ha detto…
Serenità. E' la prima sensazione che promana a leggere questo post e la storia di Chizu.
Quando la forza del ferro incontra la magia di due mani straordinarie, nasce la bellezza mescolata alla poesia.

Non me ne andrò da Bologna senza aver portato con me una delle sue creazioni.

Un sorriso. Antonia.
Marina ha detto…
Io sono innamorata della foto tua e di Yuma... Siete troppo belle.
Un abbraccio bella bolognesina mia ♥
arrivo al tuo blog attraverso quello di Marina (la Tarte Maison) e sono stata attirata dal nome CHIZU.
'Conosco' Chizu da almeno un paio di anni, conoscenza solo virtuale però. Mi sono imbattuta in lei attraverso il web, sono linkata su Flickr e ci siamo scritte qualche email per avere informazioni sul prezzo di alcune sue sculture. E' davvero brava!
Mi piacerebbe tanto venire a Bologna per conoscerla e per farle i complimenti.
Compimenti anche a te per il tuo bel blog.
ciao ciao
Laura ha detto…
Bel post davvero... non conoscevo l'artista in questione ma ho continuato a leggere il tuo post, non sono fuggita!Le diversità ci arricchiscono come non immaginiamo neanche... gli imbecilli campanilisti ad oltranza ci dividono, privandoci di una parte di noi!
Buon 2013!
Laura
Paolo ha detto…
Brava Veronica, buon articolo. Chiaramente concordo con te sulla nippo, brava oltre che bella. La prox volta che passi, doppia razione di torta!
PATRIZIA MALOMO ha detto…
Sono certa che prima o poi Chizu ti leggerà con il fil di ferro e farà di te una scultura parlante.
Magico post. Un bacio folle ragazzina!
PAt
PATRIZIA MALOMO ha detto…
E volevo dire "legherà" ovviamente!
Coccole di dolcezza ha detto…
Non conoscevo Chizu...ma non mi son impiccata e ho letto ammaliata tutto il tuo post. Ho studiato a Bologna qualche lustro fa e ogni tanto ci tornò per cui...andrò alla sua ricerca.
Grazie per averne parlato
apranzoconbea ha detto…
cara Veronic, ChizuChan è splendida e tu sei sempre di grande generosità. E poi, fondamentale, hai gran buon gusto! ;-))
Anonimo ha detto…
ci ho messo un po', ci ho pensato bene.."ma dove cavolo è la Pasticceria Toscanese a Reggio?!"
io che a Reggio ci vivo da sempre (in collina, per essere precisi), io che amo sperimentare altri bar alla ricerca di un buon cappuccino ero già carica "evviva, un nuovo posto!", per poi capire che parlavi della Torinese.
tutto questo papiro è anche per farti i complimenti, per dirti che nel menù delle guide città e appunti di viaggio appare scritto "toscanese" e per dirti:
Reggio Emilia, Bar San Carlo, Piazza Fontanesi, cappuccino e cannellino.
Francy ha detto…
Hey! Ci siamo "conosciute" sul blog di MaghettaStreghetta, ti ricordi? Come stai?
E' da un po' che non passo ma il tuo blog è sempre interessante... =)
Bacio

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