"I piselli freschi sono una ragione di vita", e voglia di pic-nic, campeggi e estate.




Ci sarebbero da raccontare quel miliardo di cose, come sempre.
Che accumuli e accumuli e durante il giorno mentre guidi pensi "Questa sera scrivo".
E poi arrivi a casa, ti perdi a destra, fai due biscotti a sinistra, Whatsapp che scandisce le tue giornate e sono già le undici, e non avresti sonno ma poi pensi che il giorno dopo alle 5 devi svegliarti e vai comunque a dormire. 
Non tutte le sere ovviamente, ma nella stragrande maggioranza dei casi funziona così.
Da quando ho abolito il pisolino pomeridiano che fa molto nonna ma che era indispensabile le giornate hanno preso una piega diversa.
Ho sempre detestato dormire di pomeriggio, mi ha sempre dato la sensazione di perdere tempo, di sprecare il giorno. Tutto sta cambiando e io sono felice.
Quasi da azzardare un "Mi piace stare qui, infondo".

Mi piace questa lentezza delle giornate. Il lavoro che ho mi piace un casino e mi sveglio contenta, è accantonata quella sensazione di inutilità che provavo l'anno scorso, in cui avevo un foglio a due colonne, in cui da una parte diminuivano i giorni e di pari passo nell'altra aumentavano i soldi.
Molto triste.
 Alla sera tornavo a casa, depennavo il giorno e depennavo il soldo.
La mattina facevo colazione, guardavo la tabella e mi dicevo
"Dai, cos'hai da fare infondo oggi? Se vai sono altri 60 euro"
Ancora più triste.
Mi sono giurata che avrei comunque finito, ma che non avrei più accettato lavori così pesanti e in cui non potessi andare a lavorare sentendo che volevo fare quello. Tutto serve.

Ci sarebbe da raccontare della cena che avevamo fatto con Chizu a Ozzano, e di quel nocino che mi aveva dato alla testa. Della nascita di Miu, che dannazione ancora non ho visto e mi maledico per non aver avuto un secondo di tempo questa settimana. 
Di tutte le riunioni di cugini, di quanto sia bello ritrovarsi attorno a un tavolo, l'aria estiva e parlare, un po' italiano un po' inglese. Di quanto sia bello avere Anna qui, che, maledizione due mesi volano troppo in fretta e fra impegni e altro ci si vede sempre troppo poco.
Ce lo siamo sempre dette che ci vedevamo troppo poco, ma ci siamo anche sempre detto che non è la quantità ma la qualità del tempo, e io con te e con voi sto proprio bene.





Delle mie decisioni da testamatta teppista molesta e tutti i soprannomi che ti piace darmi.
Che ormai non mi spreco a spiegarti che sembrano avventate e invece io le ragiono.
E' che non comunico MAI a nessuno quando inizia la fase meditazione e quanto tempo intercorra fra l'inizio e la decisione, quindi a volte tutto può sembrare un gigantesco colpo di testa.

Del concerto di Jovanotti che è magico stupendo e raduna una folla di festanti felici della vita che per una sera si dimenticano di tutto e saltano come se fosse l'ultima festa a cui dovessero partecipare.
Me compresa, che con quel concerto ho salutato definitivamente il mio ginocchio destro già in precarie condizioni e perso anche quello sinistro, e ora sono nel letto, con 38 di febbre e un dolore osseo che nemmeno una vecchia artrìtica/artròsica.





Dei pomeriggi in cui ho voglia di stare da sola, fare un giro in campagna e andare a romper le palle ai contadini per raccogliere frutta. 
E torno a casa con fragole, 6 kg di albicocche e camomilla.
E chi se l'aspettava di trovare la camomilla? 
E mi piace appendere il mazzo a testa in giù (che avere amiche come la magica chef Beatrice Calia che puoi chiamare e a cui chiedere consigli su fiori edibili e piante è uno stralusso). E ora aspettiamo quindi che si secchi, aspettiamo il ritmo della natura.
"La natura se ne frega, è meravigliosa". A volte pochi secondi di chiacchere telefoniche ti rimettono in pace col mondo, è bello conoscere persone come te, Bea.

E mille altre cose, le chiaccherate in macchina, le whatsappate con la mia Lu che -grazie a dio- sta finendo il periodo di astinenza e presto comincerà la nostra estate.
Le passeggiate-non passeggiate a San Leo, nei piccoli borghi in cui la sera a differenza di qui tira vento, quel vento che muove i capelli, e la luna piena e gigantesca ad illuminare la vallata circostante. E la sensazione di essere sempre in vacanza.

Questa terrina di piselli, fave e asparagi è nata un pomeriggio in cui ero a casa con quei dieci kg di frutta e la marmellata da fare. E la sera ero a cena fuori e volevo portare qualcosa. E per il dopocena avevo impegni e festeggiamenti e volevo fare una torta. 
Solito casino nel mio stile insomma, di quando sono sola a casa e prendo il monopolio della cucina.

"I piselli freschi sono una ragione di vita", mi scrive la magica Arianna su Facebook, e fa storcere il naso a qualcuno di non troppo fresco che subito lo nota e si sente tirato in causa :)

Fra le cose che penso spesso, e che forse ho già detto, e che noto sempre quando mi trovo in compagnia di stranieri, c'è quella che vorrei non essere italiana per un po'.
Noi fraintendetemi, non vorrei essere di nessun altro posto, amo da morire questo paese e prenderei a mazzate nei denti tutti quelli -giovani soprattutto- che lasciata un po' l'Italia per chessò, un'esperienza di studio, cominciano a darLe addosso con quel fare da saccentini ignoranti. 
Frasi del tipo "Oh come è bella la Germania, qui funziona tutto", "Oh come si sta bene a Londra, qui si che ci si diverte", perdendo di vista il fatto che non solo è un paese stupendo, ricco di meraviglie di ogni genere, ma ecco, i rapporti con le persone sono un tantino diversi.
Io ora, non sono mai stata così tanto tempo in Germania ma sono stata parecchio tempo a Londra, e francamente non la auguro a nessuno.
 La amo incondizionatamente ma come tutte le grandi città ha in sè un germe di solitudine abbastanza grande, solo per caratteri veramente forti. E se non trovi qualcuno di veramente amico, può essere molto pesante. 
Per ritmi di lavoro, stile di vita, tutto.
Certo, ai vostri occhi di studentelli festaioli sembrerà stupendo fare feste continuamente, avere amici da tutto il mondo, ma la realtà delle cose è un tantino diversa usciti dal contesto scolastico. 

Mi sono persa, stavo dicendo che vorrei essere straniera per apprezzare ancora di più l'Italia, perchè la vedo la luce che hanno negli occhi gli stranieri quando ammirano i nostri posti, quando li porti a un castello in collina, o a una mangiata in campagna.
Mi piace sentir rispondere "OHHH so Italian", e mi piace anche quella considerazione che hanno di noi come di gente che non fa una fava dalla mattina alla sera, e mangia solo e pensa al cibo tutto il giorno :)

Adoro pertanto tutti i libri scritti da stranieri sull'Italia, sia di letteratura che di cibo, come sempre sopra tutti Jamie Oliver:  Pur essendo ormai lei più italiana di noi, amo quel piccolo capolavoro di ricette e immagini che è Diario Italiano di Sidrid Verbert.
Lo sfoglio spesso, sia per la potenza evocativa delle immagini in cui lei è maestra, sia perchè mi piace quell'allure di viaggio, valigia, estate, pic-nic.
E Sicilia, di cui parlerò nel prossimo post.

Proprio questa ricetta viene dal suo libro, e la volevo sperimentare in vista di prossimi pic-nic/ serate in spiaggia. Super gradita, super approvata.
Un abbinamento insolito della classica accoppiata fave e pecorino.
Gli asparagi nella versione originale non c'erano, ma li aveva il contadino e quindi giù anche loro :)

Terrina di ricotta con piselli, fave e asparagi




Ingredienti: 
60g di fave fresche sgusciate
60g di piselli freschi sgusciati
Asparagi tagliati a tocchettini
350g di ricotta di pecora
2 uova
2 cucchiai di parmigiano grattuggiato
2 cucchiai di pecorino grattuggiato
noce moscata
sale e pepe qb

Procedimento:
Sbollentare fave e piselli per un minuto in acqua bollente, eliminare la pellicina e mettere da parte. 
In padella fare cuocere con poca acqua gli asparagi a coperchio chiuso per qualche minuto.
Con una forchetta lavorare la ricotta insieme ai tuorli, il parmigiano e il pecorino fino a ottenere una crema.
Aggiungere i piselli e le fave sbollentate, sale pepe e una grattata di noce moscata.
Montare a neve gli albumi, incorporarli delicatamente al composto di ricotta.
Trasferire il tutto in una teglia da plum-cake foderata con carta da forno e infornare a 180° per circa 45 minuti, o fino a che la lama del coltello non ne esce pulita.
Lasciar raffreddare completamente e conservare al fresco.
Servire a fette, con del pane o dell'insalata.

Commenti

PATRIZIA MALOMO ha detto…
Ohhhh.....ma chi sono quei bambini da rivista, così belli che sembrano finti? Era tanto che non passavo da te. Mi dispiace. Ho anche difficoltà a ritrovare la posizione in cui sono al momento. Stanca fino allo spasimo e con il desiderio di staccare dal mondo per un tempo indeterminato.
Le tue foto sono un respiro di gioia. E meno male che la bellezza ti riempie e ti avvolge, perché ti rende una persona speciale.
Ti abbraccio forte (e no, non l'ho mai assaggiato il paté di speculoos....ma mi fido sulla parola!). Un abbraccio stritolante. Pat

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