Williamsburg: camicie a quadretti, hipster cafè e party sui tetti.


E' con non poca emozione che vi racconto di questi dieci giorni a New York appena trascorsi. Aspettavo il momento di ritornarci da sette anni, dalla prima volta che ci ho messo piede con due miei amici per quella che forse è stata una delle vacanze più divertenti della mia vita... ma si sa, una donna con due amici maschi è vincere facile quando si è universitari!
Di quella volta, avevo un solo unico rammarico: non aver organizzato io la vacanza. Ricordavo infatti tutti i posti, ma non ricordo assolutamente come ci muovessimo, non ricordavo di aver mai preso la metro se non due volte, e soprattutto la lista di localini foodie che avevamo frequentato non era stata studiata prima. E' così che per questa vacanza invece, mi ero cominciata a preparare molto prima, con una guida infinita a partire dalla classica Routard, a vari e svariati blog, al blog di Gnambox e soprattutto alla guida "J'aime New York" di Alain Ducasse, che avevo regalato a lui un giorno che l'avevo trovata scontata e bellissima in tutta la sua mastodonticità al Block60 a Riccione.
Sono un tipo fin troppo curioso e da anni ormai scelgo di soggiornare nelle città con Airbnb preferendolo al posto degli hotel... mi fa sentire più into the city, mi permette sempre di conoscere un host che sia un abitante del luogo e che possa darmi consigli da inhabitant,  mi consente di "non staccare il filo", ommeglio, rimanere in parte sintonizzata con dei doveri quali rifarsi il letto, ogni tanto mettere in ordine e svolgere tutte quelle piccole cose come andare al supermercato, sbirciare fra gli scaffali pieni di quei prodotti dai font e dai packaging meravigliosi. Cose che qualcuno non vorrebbe mai fare in vacanza, a me la fanno vivere meglio. Avevamo Avevo deciso di dormire 5 giorni ad Harlem e gli altri 3 di decidere in seguito una volta lì, in base a dove ci sarebbe piaciuto di più, non escludendo nemmeno l'ipotesi di un hotel super avanguardistico o uno da mille e una notte, per chiudere bene questa gita. Alla fine invece, abbiamo scelto un altro Airbnb bellissimo,  a Williamsburg. Williamsburg è il quartiere più artistico, indie e hipster a Brooklyn, uno dei più stimolanti ed entusiasmanti e vi racconterò perché. 



La descrizione di Airbnb diceva proprio così: "camicie a quadretti, bici a due posti e party sui tetti". Ma non preoccupatevi amiche, se come me non vi siete portate l'hipster con la camicia a quadretti da casa, i vostri occhi avranno di che contemplare fra i cafè sulla Broadway, nei negozietti vintage e nei negozi alla moda di Bedford Avenue. All the world is hispter, e Williamsburg ne è proprio la culla.
Negli ultimi dieci anni infatti il quartiere si è completamente trasformato e reinventato, ed è a mio avviso uno di quei pochi posti in cui passeggiando avverti proprio "energia creativa", stimolo che ti fa tornare a casa più ricco (almeno nell'animo). I posti sono infiniti, dai negozi vintage di vestiti a quelli di mobili a tutto quello che, preso da cose che andrebbero scartate può essere invece rimesso a nuovo e riacquistare nuova vita. 



A Williamsburg vecchi oggetti raccolti in magazzini abbandonati sono diventati pezzi da collezione, l'idea del riutilizzo è da sempre al centro dell'attenzione e questo si riscontra in tutto: nell'arredamento dei locali, negli spazi comuni, nei grandi murales che hanno reso opere d'arte vecchi palazzi diroccati.
Scegliere fra la quantità e la proposta gastronomica e culturale che Williamsburg propone è impossibile, ma vi racconto una lista di posti del cuore fra i miei preferiti.

Cafè Colette, 79 Berry street

L'atmosfera di Cafè Colette è quella di un bistrot francese, con l'aria un po' retrò e il legno come elemento predominante. Vicinissimo a Bedford street, la via principale per lo shopping,  è il luogo ideale per la colazione, ma anche per un caffè veloce, un pranzo o un brunch. Il giardinetto interno è veramente magico, con una luce nitidissima che entra dal cielo come fosse una serra, quel legno di tanti tipi diversi a renderlo cosy, e le abat-jour verdi in stile americano. 




Noi ci siamo fermati con l'idea di un caffè al volo, poi i piatti ci hanno incuriosito e abbiamo optato per un salmone con avocado e uova sode (salmone eccellente, il migliore mai mangiato) e un hamburger con uova sempre, bacon etc. La cucina vuole abbracciare un'idea di cucina americana nuova, influenzata da sapori e profumi spagnoli e mediterranei. Tutti i prodotti sono organic e local, ma questa che in Italia è ancora una tendenza propria di alcuni locali, a New York è la regola.



Martha's Country Bakery, 263 Bedford Avenue

Dal 1972  una delle bakery più importanti di NYC, con due punti anche in Astoria e Forest HillsCome entrate sarete impressionati dalla vetrata enorme e lunghissima di dolci, torte, cupcakes ai mille gusti e altissime. L'intera vetrata è lunga più o meno sette metri, sarete davvero in difficoltà su cosa scegliere.





Noi abbiamo optato per una Oreo Cheese Cake molto buona e una Red Velvet che sognavo da una vita. Ovviamente, due mattonate fra capo e collo che poi non ci hanno permesso di pranzare (si certo come no). Bravissimi anche e specializzati nella selezione di caffè, Chai Latte, Americano, Espresso e tutta la caffetteria possibile e inimmaginabile.

Maison Première, 298 Bedford Avenue




Da Maison Première e da Apotheke (che vi racconterò in un altro post) sognavo di andarci già da molto tempo prima di arrivare. Uno di quei posti cult ma non troppo, ricercato e hipster ma anche dall'allure magica. Si tratta di un vero gioiellino, un locale incastonato fra le variopinte vie di Williamsburg anticipato solo da un'insegna invecchiata fuori con la scritta Bar Oysters.
Le innumerevoli foto online che avevo trovato mi sembravano ritrarre ambienti molto più luminosi e accoglienti, mentre la volontà di questo posto pare proprio quella di rimanere segreto e di dischiudere la sua bellezza solamente a chi entri e si avventuri. Cocktail bar prima di tutto nel quale scoprire tutta la cura dei newyorkesi e la maniacalità nel preparare pozioni che, a differenza nostra non sono abbellite e rese estrose da decorazioni esuberanti, ma servite in bicchieri classici e semplici, come a sottolineare che l'essenza stessa è lì, nella miscela. 




L'atmosfera di Maison Première è quella di un club di New Orleans, un vecchio bistrot fumoso e lussurioso. La specialità della casa oltre ai cocktail e all'Assenzio (esiste solo una carta di Assenzi di diverse parti del mondo) sono le Ostriche. Anche per queste, un menù interamente dedicato nel quale sono spiegate tutte le varie tipologie, provenienze e accompagnamenti consigliati. Ce ne sono circa 30 tipi, provenienti dalla Costa dell'Est (leggermente più salate) e dell'Ovest, più dolci, ciccione e cremose. I prezzi variano dai 2,50 dollari l'una ai 4.95 dollari circa, ma con una trentina di dollari potrete provare una Chef's Selection di 12 tipi che non vi lascerà affatto delusi.  Delizioso anche il piatto con le uova poche, le patate e la zuppa di Ostriche, super super consigliato.


Pies'n' Thigs, 166 South 4th Street (at Driggs) 

Partiamo dal nome, e dal logo di Pies'n'Thigs, che basterebbe questo a me e alla mia amica @soppawanda a farci venire gli occhi a cuore. Significa "Dolcetti e Cosciotti", e voi direte... quindi?
No, avete capito bene. Questo posto è un buco piccolissimo a Williamsburg che propone (peraltro in un menù delizioso tutto disegnato come i libri di grammatica di una volta ne ho rubati una decina) torte fantasmagoriche in perfetto stile americano (Pecan Pie, Pumpkin Pie, Apple Pie and so on) e pollo fritto. E che pollo fritto.. io non credo di aver mai amato tanto il pollo fritto come in questa vacanza, che poi meriterà un capitolo a sé, quando vi parlerò di Harlem e del soul food.




Torte e cosciotti dicevamo, e questo localino che avevo segnato dalla guida di Alain Ducasse, 
e di tutto mi sarei aspettata se non: 
- che fosse così piccolo e informale, da Ducasse mi aspettavo solo posti con un certo aplombe e devo dire che invece mi ha assai sorpresa e si merita ora un posto nel mio cuore.
- che fosse esattamente sotto casa nostra, a due metri proprio... che se come me quando andate via non pensate mai al roaming dati e alla connessione internet, sappiate che a NY son  cazzi amari problemi quando poi non si trova la strada per tornare. Che se è vero che "In New York you never get lost" come mi hanno detto appena arrivata, io con tutte quelle vie numerate non è che mi orienti poi bene. E quando ho scoperto che era li sotto proprio a 350 metri, potete capire quanto fossi felice.
Non sognatevi nemmeno per sogno di uscire da questo posto senza aver provato i Biscuits: che non sono dolci, hanno la forma un po' degli scones inglesi, sono burrosissssimi e sono la quintessenza anzi l'unica dimensione possibile che riesco a immaginare ora che sono le tre di notte per ciò che dovrebbe essere il comfort food. Meravigliosi da soli, ancora più buoni se farciti a mò di panino con il pollo fritto e piccantino. Voto 10+.



Esaurire Williamsburg in un post senza annoiarvi non è stato possibile, quindi segue la seconda parte prestissimo (e vi consiglio proprio di leggerla perché ci saranno due tre posticini proprio super)E ringraziate che vi evito una recensione dettagliata di tutti i food delivery che abbiamo provato a casa, alle ore più tarde della notte. E non certo perché avessimo fame, no no avevamo già mangiato. Ma si sa, il pretesto di questa vacanza era "fare ricerca e tornare illuminati dalla luce divina" e Mr. Hipster Bacchette li voleva proprio provare tutti quanti. Nota di super merito per i packaging dei cinesi... incredibile a dirsi, ma si sono rivelati i più belli di tutti.


to be continued...

Commenti

Ivana Monaco ha detto…
ti leggerei per ore...prima o poi una vacanza io, te e la Bebe dobbiamo farla!
E ci portiamo pure le fuffe. Prumeo.
apranzoconbea ha detto…
e ora aspettiamo un post solo sui delivery, che è un argomento molto HOT! direi avanguardia.
Erica ha detto…
Mi hai appena fatto venire voglia di prenotare un aereo e partire alla scoperta della NY gastronomica :D

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