L'olio non cresce sugli alberi, e la blending experience dell'Oleificio Zucchi.


Una cosa mi è tornata alla mente subito, complice l'esperienza vissuta con Zucchi due settimane fa.
Una cosa che a mio avviso è imprescindibile per chi ama il mondo del cibo, sia un appassionato semplice, un creatore di cibo, uno del settore, o una come me che è due anni ormai che non tocca padella perché è sempre in giro…
Una cosa semplice, ovvero che si ha sempre nel cuore qualcuno quando si cucina. 
L’ho capito pensando a me e alla mia compagna di banco, nel momento in cui è stato chiesto di creare ad ognuna di noi il proprio blend… e mi è venuto da sorridere.  





L’idea di partenza era “pensate a come volete abbinarlo, a cosa volete nel piatto”, e nella mia testa infreddolita da una Bologna già invernale e con le luminarie natalizie appese sono arrivate immagini di rossi e succosi pomodori estivi, friselle e bruschette consumate sotto a cieli azzurri e passeggiate con lui in riva al mare la mattina all’alba.
Che dite, mi sta piacendo l’inverno? 

Le materie prime erano 4 oli di differenti Cultivar fra cui uno amaro, uno piccante e due fruttati. Ho preparato quindi un blend dal sentore piccante e intenso, di quelli in cui le olive le senti davvero e sanno di estate.
Connie invece, la vedevo miscelare tutte le boccettine che al mio palato rimanevano molto più che delicate, quasi impercettibili.
Le chiedo: “Che fai?” e stava preparando un olio il più delicato possibile per il suo bimbo, di appena cinque mesi. 
Pensi sempre alle persone a cui vuoi bene, quando pensi a con chi condividere il cibo. 





Devo ammettere che la Blending Experience che ha organizzato l’Oleificio Zucchi per noi foodblogger ed “addetti ai lavori” è stata molto interessante e mi ha chiarito non pochi dubbi su uno degli ingredienti che io ami di più, e che ho imparato ad amare grazie ai tanti coinquilini pugliesi, calabresi e del Sud che ogni anno si davano il cambio nel nostro appartamento, tutti con il loro olio personale da far sembrare l’unica tavola comune un campo di combattimento fra bottiglie d’olio.
Grazie alla lezione tenuta da Giovanni Zucchi, (attualmente amministratore delegato dell’Oleificio), ho compreso meglio un lavoro du cui, prima di quel giorno, ignoravo l’esistenza: il BlendMaster.
Il blending è il processo di selezione e miscelazione di oli extravergini di diversa varietà e origine, a fronte di una materia prima come l’olio che è sempre variabile. Ci sono elementi del blending -come ho appreso poi dal libro “L’olio non cresce sugli alberi” sempre di Zucchi- che non possono prescindere dalla componente umana, si rifanno ad una componente immateriale e al “saper fare” del masterblender. Questo aspetto mi ha affascinata e incuriosita molto..


Di questo incontro e approfondimento mi porto a casa tre cose:
il mio super blend che centellinerò, e che la blendmaster ha definito “elegante” (a me?!?!) la voglia di approfondire la mia conoscenza sull’olio d’oliva e il desiderio di non accontentarmi più di una sottomarca, o di un prodotto non degno della storia che porta con sé… informiamoci, anche a fronte dello scandalo da poco uscito sull’olio d’oliva.. per avere buoni prodotti sugli scaffali è necessario che per primi noi consumatori siamo i primi ad essere consapevoli.


Post realizzato in collaborazione con Oleificio Zucchi

EVENTO ZUCCHI BOLOGNA

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