"Como agua para chocolate" e involtini di verza.


Sembrerebbe proprio che questo sia il periodo di involtini, bento-box e qualsivoglia sfiziosaggine che però richieda un ivolucro faidate. Come fosse un pacchetto regalo.
Perchè è innegabile che da quando Sigrid ha pubblicato Regali Golosi tutti ci si sia un pò appassionati di pacchettini,regalini,confezioni... certamente c'è chi lo faceva anche prima e lo ha sempre fatto, però ora è diventato proprio globale.
Perchè quel libro ti trova definitivamente una collocazione a nastrini, scatole di latta e carte di regali scartati... e il tutto che prima avevo sparpagliato qua e la in attesa di una collocazione diventa un "tutto" ancora più meraviglioso, se non maniacale ricerca, o nel mio caso, vera e propria malattia.
E perchè se prima ti prendevano per matta dato il feticisimo per questi oggettini e quella deliziosa mania di conservare tutto, oggi sei legalmente autorizzata a farlo e sei pure in buona compagnia :)
Ciò detto, era un pò di tempo che vedevo su blog involtini, piuttosto che rotolini e polpette, e queste cose hanno sempre un grande effetto su di me, perchè mi ricordano la mia infanzia. Ochei, praticamente penserete che ogni cosa me la ricordi, ma cosa se non i ricordi belli e spensierati hanno potere in noi? E quanto sono belli quei momenti intensi in cui un ricordo ti assale e ti trascina con sè fino alle lacrime di gioia?
A tal proposito ho finito di leggere un libro ieri sera che mi è stato consigliato dalla mia professoressa universitaria preferita, con cui da tre anni vi è un rapporto di amore e odio che ieri forse ha raggiunto il suo chiarimento, dopo avermi detto lei che un pò che l'ha con me perchè non mi sono tanto impegnata, che dal primo anno ad ora ho avuto un calando sempre maggiore e a lei vedere menti attive e intelligenti non dare il massimo la indispettisce. Questo più o meno era il senso, anche se poi effettivamente le ho spiegato che, avendo lavorato due anni facendo orari molto pesi e stancanti, è stata una conseguenza diretta e involontaria.
E fatto sta che con questa professoressa ci faccio la tesi, e, partendo appunto dalla mia passione per il cibo, il titolo dovrebbe essere tipo
"Il rapporto fra letteratura e cibo nella letteratura ispano-americana"...
sembra interessantissimo vero?
Per qualunque copia poi ve le stampo e ve le autografo :D

per cominciare mi ha dato da leggere Afrodita di Isabelle Allende che per fortuna avevo già letto, e Como agua para chocolate di Laura Esquivel. Quest'utimo mi ha veramente tenuta incollata a lui per due giorni, è stato veramente un toccasana ed è un meraviglioso esempio di come si possano coniugare appunto un libro di ricette con la vita e con tutto il resto.
Il personaggio di Tita non può non entrarti dentro con forza, non può non farti commuovere e -per chi abbia appunto ricordi meravigliosi di infanzia- non può non riportarti indietro con una forza incredibile. Attraverso il rapporto fra Tita e Nacha non si possono non rivivere le proprie nonne, e rivederle in cucina, con un mestolo a girare sul pentolone, o a tritare finemente le cipolle. Non sto qui a dirvi la trama, la potrete trovare dovunque, e so che esiste pure un film, che però come sempre dopo aver letto un libro meraviglioso non voglio vedere per non distruggere quello che è il mio immaginario, per non distruggere i personaggi che io ho scelto. Di questo libro ho amato le ricette, che anche se materialmente non potrò riprodurre perchè molti ingredienti qui non ci sono, richiedono sempre nella maggior parte dei casi lunghe preparazioni, fatte di giorni, c'è il giorno per esempio per uccidere l'animale, poi la marinatura di tre giorni in cui ogni due ore devi andare a rimestare. Una dedizione e un amore al cibo che oggi è pressochè introvabile. Semplicemente magnifico questo libro.
Leggetelo vi prego, se volete un consiglio da amica.

Tornando agli involtini, il culmine è stato quando ho trovato sul blog di Patty questi involtini di verza, accompagnati da una descrizione meravigliosa dei tempi in cui questi venivano preparati dalla sua nonna, mettendoci pane e formaggio invece della carne perchè c'era la guerra.
Non sono riuscita a pensare a altro, anche perchè la presentazione mi piaceva tantissimo, gli ingredienti anche, so, why not?
-da sottolineare che poi però Patty si è presa tutti gli accidenti del mondo durante il pomeriggio, quando per legarli uno a uno mi ci sono volute tipo tre ore e non mi rimdiavo, che si sa che io e la pazienza e io e la grazia e io e la manualità non siamo tanto amiche-

Ho sostituito all'arrosto di patty il macinato come fossero polpette vere e proprie, e la ragione è solo una e vergognosa: economica, daccchè sono studentessa e dacchè qua in centro a Bologna la carne ha prezzi un pò altini.
Il risultato è stato meraviglioso, meraviglioso davvero. Le foto un pò meno, ma che importa infondo? Vi consiglio di provarli assolutamente, perchè sono veramente quanto di più buono ci possa essere, un comford food per eccellenza.

Ingredienti:
- 400 gr di carne arrosto (da me sostituiti con 200 macinato di vitello e 200 macinato suino)
- 80 gr di salame crudo, o salsiccia o mortadella a vs. piacere. (io mortadella, ofcourse)
- 3 cucchiai di parmigiano
- 3 cucchiai di pan grattato ( a vs. piacere)
- 50 gr. di prezzemolo tritato
- 1 spicchio d’aglio tritato
- 1 uovo
- sale, pepe, noce moscata, q.b.
- 1 piccola verza (in Toscana è il Cavolo cappuccio) di c.ca 600 gr.
- brodo vegetale
- una cipolla
- pancetta dolce a dadini
- vino bianco

Preparate le vs. polpettine tritando la carne nel mixer (oppure impastate il macinato come fossero polpette) insieme alla mortadella, quindi aggiungo il parmigiano, il pan grattato, l’aglio e il prezzemolo, l’uovo, il sale, il pepe e la noce moscata, e mischio tutto in una ciotola (ben bene con le mani perché i sapori si devono mischiare, come Patty dice e noi eseguiamo).
Preparo (Lei ovviamente) poi delle polpettine grandi come noci.
Successivamente scelgo le foglie più belle della verza, eliminando le prime più dure e le faccio lessare per un paio di minuti( 4 o 5 alla volta) in una capiente pentola con acqua bollente salata. Le faccio asciugare su un canovaccio, tamponandole se necessario con carta assorbente.
Dopo avere eliminato la costa centrale e diviso le foglie a metà, comincio a confezionare i miei pacchettini di verza mettendo al centro una polpettina e chiudendo la foglia con un filo di rafia (o altra cordicella alimentare). Questa e l’operazione più laboriosa, ma ci prenderete presto la mano (Limortaccivostra, la mano non ce la prenderete, e ci starete li tutto il pomeriggio)
Con questa quantità di impasto, dovreste ottenere c.ca 25 involtini.


Buon appetito, e grazie a Patty...
questi involtini sono stati superapprezzati da mio zio, quello bravissimo ai fornelli, di cui parlavo qui...
e se sono piaciuti a lui, è una garanzia.

Commenti

Sara ha detto…
Mi hai incuriosito con la descrizione del libro! Quando capito alla feltrinelli guardo se c'è e me lo compro! Buoni questi fagottini di verza! un bacio
Anonimo ha detto…
Che buoni e che belli! Bravissima!
I Sapori di Romagna ha detto…
Bravissima! La ricettina è davvero sfiziosa! ed essendo a base ciccia... non posso non provarla!!!
Complimentissimi per il tema della tua tesi, è stupendo! (eh, anche io ho la mia copia di Afrodita sul comodino, quanto sono belle le illustrazioni?)
Insomma, prenoto già la mia copia autografata, e visto che il ricordo dei costi di stampa e rilegatura è ahimè ancora molto vivo...(e il mio correlatore se ne è pure cuccato due copie, acc...), mi accontento della versione cu CD con autografo sulla copertina, ok? ;)
Baci!!!
Linda
The Magic Pie ha detto…
Ciao!!! ma che brava! davvero sfiziosa questa ricetta. Grazie per il commento alla mia ricetta. Son passa a fare un salto nel tuo blog...
Ti "followo" in modo da tener sott'occhio le tue ricette. A presto :)
PATRIZIA MALOMO ha detto…
Nooo Veronicaaaa, l'hai fatti, l'hai fatti davvero!!! Non sai che gioia mi dai a vederli qui belli pronti e cotti e soprattutto sapere che ti sono piaciuti. Anche io uso il macinato di carne quando non ho gli avanzi, solo per la gioia di prepararli e comunque sono sempre buonissimi. Ti ringrazio per averli provati, è una gioia che rasenta la commozione. TI abbraccio carissima.
Pat
Zampette in pasta ha detto…
Ciao complimenti per il blog è molto carino, mi sono unita ai tuoi sostenitori così continuo a seguire le tue ricette e i consigli letterari!!!
Se ti fa piacere passa a trovarmi.
Buon lunedì!!!
Se tu chiedi a un piemontese ti dirà che questi involtini di verza si chiamano 'capunet' e, naturalmente, che solo in Piemonte sanno farli. LOL!

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